La storia del museo

Alla fine degli anni ’50 del secolo scorso, dopo anni di abbandono e di uso improprio, si crearono le condizioni per procedere al recupero del monumentale palazzo vignolesco e della cittadella viscontea, ridotti in condizioni di estremo degrado, per farne la sede delle raccolte artistiche e storiche piacentine.
Per raggiungere questi obiettivi nacque, nel 1965,  l’Ente per il restauro e l’utilizzazione di Palazzo Farnese, con soci fondatori l’Ente Provinciale per il Turismo, il Comune di Piacenza, la Provincia e la Camera di Commercio. 
Presidente del nuovo Ente fu nominato il sen. Alberto Spigaroli, che ricoprì tale carica sino all'agosto del 2014, data della sua morte. I primi interventi furono volti al rifacimento delle coperture e degli  intonaci delle sale del lato orientale dei tre piani fuori terra e alla ripulitura degli splendidi stucchi; nelle stesse sale furono restaurati o ricostruiti i pavimenti.

Nel 1976 il complesso farnesiano, ancora di proprietà demaniale, venne concesso in deposito al Comune di Piacenza che lo destinò a sede dei Musei Civici.  La prima sezione dei Musei fu inaugurata nel 1988; la struttura museale crebbe negli anni successivi fino ad ospitare le attuali sezioni.
All’inizio degli anni ’90 le sale del primo piano furono rese pienamente idonee ad accogliere le collezioni artistiche della pinacoteca, e fu effettuato il restauro della Cappella Ducale, dei locali del piano seminterrato, dell’edificio aggettante nel cortile, delle facciate esterne del Palazzo. Fu inoltre rifatta la pavimentazione del grande cortile, di indubbio pregio architettonico.

Alla fine del 2014 il Palazzo è diventato di proprietà comunale; il lavoro di tutela del complesso architettonico continua.

 


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Sorto negli anni 50-60 del Cinquecento per volere della duchessa Margherita d'Austria ai margini della città verso nord, separato dal nucleo abitativo, il palazzo comunica ancora oggi un senso di maestosa severità.

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