Giosuè ferma il sole
Ilario Spolverini | 1721-27
Attualmente esposta: Musei civici di Palazzo Farnese, Pinacoteca
Anche questo dipinto era stato ordinato dalla duchessa Dorotea Sofia per il suo appartamento di Colorno (rinnovato tra il 1721 e il 1727, dopo che vi aveva alloggiato Margherita Farnese già duchessa di Modena) registrato nell’Inventario della Casa ducale di Colorno, 11 luglio 1731 (G. Godi, 1993). I dipinti di tema biblico erano otto, di cui quattro di grandi dimensioni e quattro più piccoli, presenti nella raccolta farnesiana di Piacenza eccetto uno (Battaglia sotto a una città con un ponte sopra un fiume). Il dipinto di misure colossali è esposto davanti a quello commentato prima, per rispettarne la storica unione, ed è da considerarsi un capolavoro dello Spolverini, peraltro perfettamente conservato e ancora in prima tela prima del restauro 1996. Rappresenta una delle battaglie decisive del popolo d’Israele avviato e assistito da Dio verso la terra promessa; lo scontro più difficile infatti, raccontato nella Bibbia (Giosuè, 10, 12 – 14), avvenne contro i cinque re amorrei e a sostegno della popolazione gabaonita alleata. Gli israeliti sgominarono gli avversari “con grande strage presso Gabaon, poi li inseguirono” finché “il Signore fece cadere su di loro una fitta grandine di eccezionale grandezza”; “fu allora che Giosuè si rivolse al Signore […] e gridò al cospetto di tutto il popolo: ‘O sole, fermati su Gabaon e tu, o luna, sulla valle di Aialon!’ […] Il sole si fermò nel mezzo del cielo, né volse al tramonto per quasi un giorno intero”. Si suppone che il moto apparente del sole e della luna non si fosse arrestato, ma che l’oscuramento parziale fosse dovuto a quella travolgente grandinata o a quel turbine. Lo Spolverini esprime per immagini il testo biblico e descrive una battaglia smisurata e spettacolare con il disco solare al centro verso i lati; in primo piano giacciono, come di consueto, figure di morti e di morenti, mentre nel terzo piano le file dei cavalieri si spingono verso la profondità del quadro. I bagliori tipici dello Spolverini, ottenuti altrove con incendi e armi da fuoco, qui sono riflessi da nubi e da polveri sollevate dal terreno. L’effetto pittorico travolgente è determinato dalla luce artificiale interna del quadro procurata con l’irradiazione del sole incandescente, che illumina le figure da dietro e increspa le armature e le vesti dei guerrieri in primo piano. Anche in questo stupefacente prova il pittore esprime una singolare perizia nella raffigurazione dei cavalli ripresi in ogni posizione sia dinamica che statica, con muso e occhi sempre eccitati e con muscolature sempre tese. Nella stesura dei colori prevalenti, marrone e grigio, i bianchi lampeggianti e i rossi e i blu dei mantelli creano punti di attrazione visiva tecnicamente straordinari; anche il punteggiato risaltare degli elmi e dei turbanti crea un’animazione allucinata della scena portentosa. Il significato farnesiano aggiunto in quest’opera di tema biblico è da ritrovarsi in un prolungato piacere per il genere della battaglia e nel trionfalismo della sovranità ducale, inserito nella citazione di contenuto sacro-ecclesiastico. Lo Spolverini, dunque, dopo aver dipinto i grandi fasti di Elisabetta Farnese, regina di Spagna, ritorna nel suo mondo crepuscolare, fatto di moltitudini e di movimenti drammatici: là i colori schiariti dei cortei e delle cerimonie, qui le atmosfere fosche e corrusche degli scontri guerreschi.
Informazioni tecniche
• Ante 1799: Palazzo Reale Napoli; Palazzo di Capodimonte;
• Ante 1806-1816: Palazzo degli Studi;
• Fino 1928: Real Museo Borbonico; Museo Nazionale;
• Fino 1935: sottoconsegna a Palazzo Farnese;
• Dal 1947: sottoconsegna a Musei Civici di Palazzo Farnese
• Il Palazzo Farnese a Piacenza. La Pinacoteca e i Fasti, a cura di Stefano Pronti, Piacenza, 1992;
Bibliografia
- V. Pancotti, Il Palazzo Farnese rivendicato dal Comune di Piacenza, in “Piacenza”, 1927, p.15;
- F. Arisi, Il Museo civico di Piacenza, Piacenza 1960, p.307 (n.431);
- F. Arisi, in "Dipinti Farnesiani di Sebastiano Ricci, Giov. Battista Draghi, Francesco Monti, Ilario Spolverini", catalogo di mostra a cura di Ferdinando Arisi (Chiesa di Sant’Agostino, Piacenza), Edizioni del Museo Civico, Piacenza, 1961, p.27;
- R. Arisi, Il Brescianino delle battaglie, Piacenza 1975, pp.58–59 (n.28), figg.30-31;
- F. Arisi, Il punto su Francesco Monti, detto il Brescianino delle Battaglie, in “Altre cose piacentine d’arte e di storia”, Tip.Le.Co., Piacenza, 1987, pp.133-135;
- G. Cirilo, G. Godi, I dipinti su tela di Ilario Spolverini per il Palazzo Ducale di Colorno, in Quaecunque recepit Apollo, Parma 1993, pp.86-87;
- D. M. Pagano, in “Museo e Gallerie nazionali di Capodimonte”, catalogo a cura di Nicola Spinosa, v.2, Electa, Napoli, 1994-1996, pp.263-264;
- S. Pronti, in "Il Palazzo Farnese a Piacenza. La Pinacoteca e i Fasti", catalogo della mostra (Piacenza, 1992) a cura di Stefano Pronti, Milano 1997, pp.206–207 (n.36).
Scheda di S. Pronti, in Il Palazzo Farnese a Piacenza. La Pinacoteca e i Fasti, catalogo della mostra (Piacenza, 1992) a cura di Stefano Pronti, Milano 1997.