Imbarco di truppe e armi
Ilario Spolverini | 1730-31
Attualmente esposta: Musei civici di Palazzo Farnese, Pinacoteca
È assimilabile ai due dipinti raffiguranti il Campo di battaglia e Assalto di una città in fiamme al chiaro di luna, con cui potrebbe formare un trittico dedicato ai momenti prima o dopo la battaglia. Senza dubbio questo è il meglio eseguito, più impegnato nella rappresentazione e nella figurazione. Stavolta si può partire dal fondo, che presenta un chiarore diffuso con quattro punti di più intensa luminosità a distanza costante: un incendio, un rosso tramonto, due esplosioni, modulate però con una stesura omogenea di sottofondi grigio-azzurri e rosa. La torre del faro crea un centro prospettico che bilancia la scena. Dalle casette del porto con figure in azione, si passa all’insenatura con barche cariche di soldati indaffarati in operazioni di imbarco; a sinistra tre artiglieri presso un cannone collocato sulla prua di un veliero, al centro di armi leggere su una barca con un ufficiale, mentre al molo si tolgono dal dorso del mulo dei fucili legati insieme. In secondo piano al centro una bombarda sulla zattera viene trainata, mentre sulla destra un galeone è alla fonda con le cannoniere aperte. Non si capisce l’esplosione su un’altra nave, ma tutto serve ad animare una scena di operazioni guerresche. L’ufficiale sulla destra con cappello piumato rimanda a quelli dei due quadri simili e dà sempre il senso dell’osservazione, del comando, dell’estraneazione dai movimenti. È un grande quadro, riuscito in ogni sua componente: figure, acque, cielo, luci, di uno Spolverini maturo, allontanatosi dalle battaglie giovanili e vicino alle grandi animazioni delle tele bibliche destinate alla camera da letto di Dorotea Sofia a Colorno. Gli piacciono ancora le livree e le tonalità non scurite, come nei Fasti di Elisabetta, ricorre all’uso dei rossi in primo piano per ottenere un rialzo cromatico, mentre sul fondo ripropone l’uso dei grigi. Non si capisce il senso del grande semicerchio del fondo, che può essere solo il residuo di un arcobaleno, impossibile nell’ora crepuscolare.
Informazioni tecniche
• Fino 1928: Napoli;
• Sottoconsegna a Palazzo Farnese (Piacenza);
• Musei Civici di Palazzo Farnese (Piacenza);
Bibliografia
- F. Arisi, Il Museo civico di Piacenza, Piacenza 1960, p. 302 (n.403);
- R. Arisi, in "Ilario Spolverini pittore di battaglie e cerimonie", (catalogo mostra, v.6), Cassa di Risparmio di Piacenza, 1979, p. 47 (n.2);
- G. Cirillo, G.Godi, I dipinti su tela di Ilario Spolverini per il Palazzo Ducale di Colorno, in Quaecunque recepit Apollo, Parma 1993, p. 102;
- S. Pronti, in "Il Palazzo Farnese a Piacenza. La Pinacoteca e i Fasti", catalogo della mostra (Piacenza, 1992) a cura di Stefano Pronti, Milano 1997, pp. 209 – 210 (n.52).
Scheda di S. Pronti, in Il Palazzo Farnese a Piacenza. La Pinacoteca e i Fasti, catalogo della mostra (Piacenza, 1992) a cura di Stefano Pronti, Milano 1997.