Il popolo ebreo condotto da Mosè ed Aronne
Ilario Spolverini | 1721-27
Attualmente esposta: Musei civici di Palazzo Farnese, Pinacoteca
È uno di quei dipinti di tema biblico eseguiti per l’appartamento di Dorotea Sofia di Neoburgo, moglie di Francesco Farnese, nel Palazzo di Colorno tra il 1721 e il 1727 provato dall’Inventario 11 luglio 1731 (G. Godi, 1993). L’integrazione del soggetto si deve a R. Arisi (1975), che lo attribuiva al Brescianino. Gli ebrei, lasciato l’Egitto per stabilirsi nella terra promessa, incontrarono molte difficoltà e sostennero guerre contro le popolazioni dei territori che attraversarono. Qui è preso alla lettera il passo della Bibbia (Esodo, 17, 11 – 12), in cui Mosè ordina a Giosuè di formare un contingente di armati per sconfiggere Amalec, capo di una tribù che impediva il passaggio. Intanto Mosè, aiutato da Aronne e Huz salì sul monte Or, pregò, aiutato, con le mani alzate fino al tramonto finché gli ebrei sconfissero e uccisero i nemici. È un dipinto sviluppato in verticale con una eccezionale capacità prospettica, per cui le ondeggianti schiere di armati a cavallo segnano il percorso a serpentina verso la città sul fondo. Un prodigioso aggregato di figure in movimento, di cavalli precipitosi, di scontri continui; una coreografia meravigliosa ottenuta con una omogenea tonalità di sottofondo che crea l’articolazione delle masse, su cui sono posti ritmicamente luminescenze di bianchi e grigi o panneggi bianchi o rossi. Una pittoricità colpeggiata che vuole rendere il fragore della battaglia e lo scalpitare dei cavalli presentati in ogni forma possibile. Del Brescianino, in questo Spolverini ultrasessantenne ma ancora prodigioso, rimangono soltanto alcuni elementi compositivi: il primo piano occupato da corpi immoti o convulsi, ma anch’essi risolti in una frantumazione chiaroscurale, e delimitato da un cielo spento nei grigi con un segno arrossato come orizzonte; tutto il resto è risolto con una prodigiosa originalità, con una multiformità quasi ossessiva. Non ci sono masse anatomiche ordinate, ma un continuo riverbero luministico sui corpi realizzati con stesure di colore rapide per dare il segno cangiante della dinamicità. Straordinario anche l’esito del monocromo azzurrino del piano di fondo, in cui si perdono la schiere e si staglia la città. È la profondità dello spazio nell’ora crepuscolare preferita dallo Spolverini. Le precedenti attribuzioni al Brescianino di questa e delle altre opere bibliche sono in parte comprensibili per la non buona visibilità del quadro e per l’emergenza di diverse opere di collezioni private attribuitegli in occasione della mostra del 1975. Oggi invece è possibile un’analisi stilistica che porta a una netta distinzione tra Brescianino e Spolverini.
Informazioni tecniche
• Ante 1799: Palazzo Reale (?); Palazzo di Capodimonte;
• Ante 1806-1816: Palazzo degli Studi;
• Fino 1928: Real Museo Borbonico; Museo Nazionale;
• Fino 1935: sottoconsegna a Palazzo Farnese (Piacenza);
• Musei Civici di Palazzo Farnese (Piacenza);
• Il Palazzo Farnese a Piacenza. La Pinacoteca e i Fasti, a cura di Stefano Pronti, Piacenza, 1992;
Bibliografia
- V. Pancotti, Il Palazzo Farnese rivendicato dal Comune di Piacenza, in “Piacenza”, 1927, p.14;
- F. Arisi, Il Museo Civico di Piacenza, Piacenza 1960, p. 301 (n.400);
- F. Arisi, in "Dipinti Farnesiani di Sebastiano Ricci, Giov. Battista Draghi, Francesco Monti, Ilario Spolverini", catalogo di mostra a cura di Ferdinando Arisi (Chiesa di Sant’Agostino, Piacenza), Edizioni del Museo Civico, Piacenza, 1961, pp. 26 – 27 (n.16), figg.17-18;
- R. Arisi, Il Brescianino delle battaglie, Piacenza 1975, pp. 59 – 60 (n.29), figg.32-33;
- F. Arisi, Il punto su Francesco Monti, detto il Brescianino delle Battaglie, in “Altre cose piacentine d’arte e di storia”, Tip.Le.Co., Piacenza, 1987, p.133;
- G. Cirillo, G. Godi, I dipinti su tela di Ilario Spolverini per il Palazzo Ducale di Colorno, in Quaecunque recepit Apollo, Parma 1993, pp.86-87;
- D. M. Pagano, in “Museo e Gallerie nazionali di Capodimonte”, catalogo a cura di Nicola Spinosa, v.2, Electa, Napoli, 1994-1996, p.263;
- S. Pronti, in "Il Palazzo Farnese a Piacenza. La Pinacoteca e i Fasti", catalogo della mostra (Piacenza, 1992) a cura di Stefano Pronti, Milano 1997, p. 206 (n.35).
Scheda di S. Pronti, in Il Palazzo Farnese a Piacenza. La Pinacoteca e i Fasti, catalogo della mostra (Piacenza, 1992) a cura di Stefano Pronti, Milano 1997.